MEDICINA AYURVEDICA

L'ayurveda, definita anche "medicina tradizionale indiana" utilizzata da quasi 5.000 anni, è una scienza olistica basata su una visione dell'uomo come totalità organizzata e non come semplice somma di parti, ecco perché si può affermare che è un grande dono dell'india al mondo. Si tratta di una scienza medica e di un sistema terapeutico che comprendono diversi aspetti: filosofia, arte, disciplina, stile di vita, alimentazione, cure a base di erbe, trattamenti depurativi, trattamenti di bellezza e ringiovanimento, massaggio, tutti strumenti fondamentali atti a promuovere la salute fisica, emotiva e mentale delle persone. Inoltre di questo sistema fanno parte anche altre terapie più classiche quali la farmacia, psichiatria, tossicologia, otorinolaringoiatria, ginecologia, geriatria, pediatria e chirurgia.

L'ayurveda non è una medicina fossilizzata, ma un sistema dinamico, capace di interagire con la medicina occidentale. L'Ayurvedic Foundation, con sede a Londra e Mumbai, possiede una banca dati che raccoglie tutti i più recenti risultati della ricerca e ha il compito di favorire il riconoscimento dell'ayurveda come metodo tradizionale completo di prevenzione e di cura. Negli ultimi anni, nel mondo della medicina si è diffusa una nuova parola "psiconeuroimmunologia", che definisce la relazione esistente tra il corpo e la mente e i loro effetti sul sistema immunitario. Ma la relazione tra corpo e mente, era già descritta migliaia di anni fa nei trattati classici e testi di ayurveda, nei quali cono contenuti conoscenze mediche che nel campo della medicina occidentale risalgono solo agli ultimi decenni. Il termine saluta/sano in sanscrito è Svastha che letteralmente significa "stabilizzarsi nel sé " o "nella condizione propria a sé stessi". Vediamo quindi come il concetto di salute viene considerata come condizione naturale dell'uomo, mentre la malattia è vista come un allontanamento da una condizione di normalità. Sushruta celebre medico ayurvedico ( v sec. a. c.) definisce così lo stato di salute: "L'individuo sano è colui che ha umori, il fuoco digestivo, i componenti tissutali e le funzioni escretorie ognuno in buon equilibrio, e che ha lo spirito, i sensi e la mente sempre compiaciuti". Questa definizione considera i tre principali aspetti della vita della persona: corpo mente e spirito. L'o.m.s. (organizzazione mondiale della sanità) ha fatto letteralmente proprie queste parole nella sua definizione di salute: " la salute è uno stato di pieno benessere fisico, psichico e sociale". A questo proposito una storia molto indicativa: "nell'India antica esisteva una grande e famosa università chiamata Daksasila, frequentata da numerosi studenti provenienti da numerosi paesi al fine di imparare tutte le scienze vediche, l'Ayurveda compresa. Il rettore di questa università, il cui nome era Nagarjuna, era un grande e famoso alchimista. Il giorno dell'esame finale, convocò tutti gli studenti dicendo loro che l'esame sarebbe consistito di una sola prova, a sentir questo tutti gli studenti furono molto felici. Quindi disse loro di cercare, nei pressi del tempio dell'università qualsiasi sostanza che essi avrebbero pensato non poter essere direttamente o indirettamente utile per curare l'uomo. Gli studenti partirono alla ricerca e ritornarono dopo alcune ore, portando qualcuno della sabbia, alcuni dei pezzi di legno, altri delle pietre; ogni studente aveva qualcosa nelle proprie mani. Soltanto uno studente ritornò per ultimo a mani vuote e inutile dirlo, fu l'unico a superare la prova d'esame". L'insegnamento di questa storia è che tutto, incluso il veleno, può essere usato come "medicamento" se si sa come usarlo, quando usarlo e perché usarlo.

La costituzione individuale o Prakriti/Prakruti, formata dalle parole pra "origine" e kruti "azione, inteso come flusso, movimento", è quindi determinata dalla composizione e prevalenza dei singoli dosha ed è ciò che individua non solo il nostro assetto psicofisico, ma anche le predisposizioni individuali verso squilibri e malattie, quindi per semplicità possiamo assimilare la Prakriti/Prakruti a una sorta di genoma ( DNA) ayurvedico. La conoscenza della nostra costituzione, Prakriti/Prakruti, è quindi di primaria importanza per una gestione consapevole della nostra vita e quindi della nostra salute.

Il bilanciamento dei dosha può essere considerato come un ordine naturale, quando quest'ordine è disturbato, si crea uno squilibrio che viene visto come disordine. La salute è ordine, la malattia è disordine. Negli organismi c'è una costante interazione e alternanza fra ordine e disordine, fra equilibrio e squilibrio. Errate abitudini, stile di vita, alimentazione, stress e repressione emozionale possono agire sbilanciando l'equilibrio dei dosha di un individuo, questi "aggravandosi" producono un'alterazione del metabolismo e della fisiologia dei tessuti che porta alla produzione e accumulo di Ama o tossine. Queste tossine entrano in circolo e si distribuiscono in tutto l'organismo bloccando i canali che secondo l'ayurveda collegano funzionalmente tutti i tessuti corporei, cioè i Dhatu= sette tessuti. Questi ultimi esistono nel corpo sotto forma di Rasa (plasma o fluido nutritivo), Rakta (sangue), Mamsa (muscoli), Meda ( grasso), Asti (ossa), Majja ( midollo e tessuti nervosi) e Sukra (fluidi seminali). La funzione del cibo è di nutrire questi Dhatu, mantenere gli equilibri nel corpo e sostenere a sua volta la funzione digestiva. I sette Dhatu danno vita a Ojas (ottavo dhatu- l'essenza sei sette dhatu) l'energia vitale del corpo che governa l'equilibrio ormonale e che, con l'aiuto di Prana (energia vitale che governa la respirazione), controlla le funzioni vitali. Quindi quando il corpo è intossicato, l'intossicazione influenzerà progressivamente l'organismo a tutti i livelli, energetico, immunitario e metabolico portando all'espressione della malattia. Ogni malattia è quindi l'espressione di un accumolo di Ama o tossine. In termini biomedici occidentali queste tossine o Ama, per le loro caratteristiche, possono trovare un'identificazione nei radicali liberi, considerati dalla medicina occidentale fra i principali responsabili di ogni malattia e dei fenomeni degenerativi dell'invecchiamento.

Alla luce di ciò è interessante considerare che sia i trattamenti disintossicanti ayurvedici, come il Panchakarma (5azioni), che i rimedi farmacologici più importanti (Rasayama-Ringiovanimento) hanno una fortissima proprietà antiossidante documentata in diversi studi scientifici.

L' Ayurvedica indica quindicome chiave alla prevenzione delle malattie e dell'invecchiamento l'eliminazione delle tossine accumulate e la limitazione della loro futura formazione, questo sia attraverso l'adozione di appropriate abitudini alimentari e routine di vita, sia attraverso particolari programmi di disintossicazione come il Panchakarma. Il medico ayurvedico riesce a valutare, attraverso le metodologie diagnostiche ayurvediche in cui l'esame del polso riveste un ruolo principale, il disequilibrio negli stadi iniziali, prima dell'espressione sintomatica conclamata, e può pertanto intervenire anche preventivamente fornendo indicazioni specifiche sulle migliori abitudini di vita ed alimentari e suiu rimedi atti a ristabilire l'equilibrio psicofisico necessario a mantenere lo stato di salute.

Le tecniche di cura adottate dalla Medicina Ayurvedica sono svariate e comprendono azioni volte al riequilibrio sia del corpo che della mente e delle loro relazioni con l'ambiente. in breve possiamo individuare una serie di azioni attraverso il corpo: nutrizione, utilizzo di piante medicinali, trattamenti fisici esterni quali massaggi (abyangam) effettuati con oli puri e/o medicati e tecniche particolari, terapie disintossicanti note genericamente con il termine panchakarma, tecniche di purificazione e asana yoga.

Sensi: secondo l'Ayurveda lo squilibrio deriva da un errato uso dei sensi, quindi così come i sensi possono essere veicolo di squilibrio, possono essere veicolo di riequilibrio. Per questo vengono considerati tutti i trattamenti, quali aroma, musica, consapevolezza dei sapori dei cibi, spazi forme e colori, stimolazioni tattici e di contatto, mirati a una sollecitazione sensoriale adeguata a una precisa risposta terapeutica.

Comportamento: inteso come ciò che ci lega all'ambiente, privo di alcun riferimento morale, e comprendente per esempio i ritmi psicofisici legati agli orari giornalieri, alle modificazioni stagionali e ai ritmi della natura in generale.

Mente: L'Ayurveda pone particolare accento sull'ecologia della mente e dei suoi processi come chiave dell'equilibrio individuale e suggerisce diversi metodi di riequilibrio basati su tecniche di meditazione e yoga.

Ambiente: L'Ayurveda identifica nell'ambiente la sorgente degli stimoli sensoriali che possono determinare il nostro equilibrio, e prevede quindi una loro analisi accurata degli ambienti secondo la scienza vedica chiamata Vastu (idealmente simile al cinese feng shui).

L'Ayurveda è quindi in realtà molto di più di una semplice medicina, essa indica piuttosto un indirizzo di vita all'insegna della regolarità ed armonia dello stile di vita, espresso nei suoi tre componenti fondamentali ossia: attività, nutrimento e riposo.

Nel 4° libro/testo sanscrito dei VEDA: ATHARVA (Durata della Vita o longevità + Conoscenza rivelata): medicina, salute, benessere, alimentazione, anatomia, cure e rimedi erboristici si tratta di AYURVEDA ( AYUS + VEDA: Vita + Conoscenza/Scienza= "Scienza della Vita").

I testi classici dell'Ayurveda che sono giunti fino a noi, intitolati Charaka Samhita e Sushruta Samhita riportano i miti che narrano le origini dell'Ayurveda e di come quest'ultima venne tramandata al genere umano.

Nella Charaka Samhita si dice che, in un'epoca lontana, quando sulla Terra comparvero le malattie a ostacolare la vita e a rendere infelici gli uomini, un gruppo di saggi, i Rishi "osservatori/veggenti", mossi da compassione per tutte le creature, si riunirono in un luogo propizio alle pendici dell'Himalaya per trovare un rimedio. Essi si raccolsero in meditazione e ottennero l'aiuto di Indra, il Signore degli dei, che li istruì accuratamente per combattere le malattie che affliggevano l'umanità. I Rishi designarono un loro compagno, Bharadwaja, perché si recasse da Indra per apprendere i segreti della salute e della longevità. Indra conosceva l'ayurveda, scienza della longevità, avendola imparata dai gemelli Ashiwini e Kumara, detti i dottori degli dei, che a loro volta l'avevano appresa da Daksha Prajpati al quale era stata trasmessa dal padre Brahma, il Dio creatore.

Fatto ritorno al gruppo di saggi che erano ancora radunati ai piedi dell'Himalaya; Bharadwaja la trasmise al compagno Atreya. Successivamente i discepoli di Atreya condensarono questi preziosi insegnamenti in alcuni trattati che però andarono perduti. Solo una parte dell'opera di Agniversa, uno dei sei discepoli prediletti del saggio Atreya, è giunta fino a noi nella forma redatta da Charaka nei secoli VI -VII a.c., nota con il nome del suo compilatore: Charaka Samhita, il "trattato di Charaka".

In un periodo successivo, Brahma ritenne necessario un intervento di rivitalizzazione dell'Ayurveda, quindi si manifestò sulla terra incarnandosi nella figura del medico Dhanvantari. Si tratta del nume tutelare dell'Ayurveda, rappresentato con vesti color oro e un'ampolla di ambrosia nella mano destra. Fu un medico eccezionale e creò una scuola di pensiero e di pratica medica chiamata "Scuola chirurgica di Dhanvantari". Tra i suoi discepoli Sushruta era particolarmente esperto nell'arte della chirurgia sulla quale scrisse un trattato noto come Sushruta Samhita. Successivamente nell'antica India fiorirono numerose scuole di ayurveda.

Gli antichi saggi trasmisero in particolare tre aspetti fondamentali della conoscenza:

§ l'eziologia, che studia la causa della malattia § la sintomatologia, che interpreta e codifica i sintomi della malattia § la medicazione, che include rimedi erboristici e pratiche salutiste, tra cui il massaggio.

In un'epoca piuttosto tarda, probabilmente intorno al VII secolo a.c., Vagbhata scrisse l'Ashtanga Hridayam Samhita, "il cuore delle otto membra", che descrive i principi dell'ayurveda in forma poetica e riunisce la sapienza di Charaka nella medicina e l'arte di Sushruta nella chirurgia.

In questo trattato l'Ayurveda è suddivisa in otto sezioni: 1) La medicina generale/interna, KAYACHIKITSA, in cui si offre la spiegazione generale dei principi della medicina Ayurveda, basata sull'equilibrio di corpo, mente e spirito 2) La chirurgia, SHALYATANTRA, in cui si descrivono le tecniche di intervento per poter essere un buon chirurgo 3) L'oftalmotorinolaringoiatria, SHALAKYATANTRA, in cui si occupa delle malattie del naso, della gola, delle orecchie e degli occhi 4) la pediatria/pedagogia, KAUMARABHRITYA, per le cure pre e post natali della madre e del neonato 5) La tossicologia, AGADATANTRA, in cui si affronta il tema dell'inquinamento a vegetali, animali e minerali 6) La psicologia e psichiatria, BHUTAVIDYA (fantasmi della mente – tradotto dalla Dott.sa Bhardwaj MANSVIDYA medico della mente), in cui si richiede il supporto psicologico necessario ai pazienti, per la cura della psiche e introduce le tecniche per farlo, come ad esempio lo yoga. 7) La scienza e pratica del ringiovanimento, RASAYANNA, in cui grazie alle pratiche di diete e panchakarma si cerca di ottenere una via tesa alla longevità. 8) La scienza degli afrodisiaci, VAJAKARANA, per le terapie atte ad ottenere maggior vitalità e presenza sessuale, oltre che per problemi di coppia legati al concepimento.